Fondazione Valtes e Trentino 2060 per una edizione di successo

Nei giorni scorsi si è chiusa la sesta edizione del Festival “Trentino 2060”; un evento che ormai segna l’inizio dell’estate valsuganotta, un appuntamento ormai fisso che anno dopo anno si configura sempre di più come opportunità di incontro, di riflessione, di dibattito e di pensiero.


Trentino 2060 è anche frutto della collaborazione fra Associazione Agorà e Cassa Rurale Valsugana e Tesino; un’intuizione che ha trasformato una serie di incontri sul territorio in un vero a proprio Festival. Ma è anche segno sempre più tangibile di quella cordata culturale che vede la nostra Fondazione baricentro di relazioni e di idee progettuali. Fondazione Valtes che quest’anno, oltre che contribuire con il pensiero, da quest’anno supporta il festival con un contributo importante.


Ne abbiamo parlato con il presidente della Fondazione, Stefano Modena.

Presidente Modena, come mai l’impegno di Valtes in Trentino 2060?


Il Festival Trentino 2060 è ormai un appuntamento imprescindibile per il nostro territorio: un’occasione di incontro, di approfondimento, di relazioni che qualifica e caratterizza la proposta culturale del nostro territorio. Personalmente, ho condiviso nel mio ruolo all’interno della Cassa Rurale il percorso fin dall’inizio, riconoscendo nei giovani di Agorà una risorsa che doveva venire valorizzata. Con Agorà, così come con altre realtà territoriali, abbiamo inoltre come Valtes dato vita ad alcuni progetti che stanno già cambiando il nostro contesto (mi riferisco ad esempio agli Orizzonti un fine settimana residenziale di approfondimento dei grandi temi di attualità), contribuendo a quel rinascimento culturale della valle ormai riconosciuto da tutti, anche a livello provinciale ed extra-provinciale.
Ecco che quindi la collaborazione in Trentino 2060 è nelle cose e nella cifra della Fondazione: all’interno di una proposta culturale sempre più ricca, un impegno di Valtes all’interno del Festival, che si era già in realtà concretizzato l’anno scorso, è un elemento che dà maggiore spinta a quella cordata culturale che vede la Fondazione in un ruolo di coordinamento e di regia.


Una cordata culturale fra chi e per fare cosa?


Come Fondazione, siamo quanto mai convinti che una caratterizzazione culturale sia un elemento fondamentale di attrattività di un territorio. I nostri ragazzi decideranno di investire la loro vita qui se trovano un ecosistema ampio di benessere: l’aria buona, il paesaggio, la montagna, ma anche un contesto sociale e culturale vivace, ricco di sollecitazioni verso l’innovazione e il futuro. Questi gli elementi che renderanno competitive le nostre comunità, in un contesto di povertà di capitale umano. Tutta le ricerche, fra le quali Confluenze Territoriali, il lavoro promosso dalla nostra Cassa Rurale lo scorso autunno, indicano come soffriremo in futuro di una riduzione di capitale umano: ci saranno semplicemente meno persone, e sempre più attente alla qualità della vita, trovando nuovi equilibri fra vita professionale e quella privata. In un orizzonte di questo tipo, diventa fondamentale per la tenuta sociale ed economica di un territorio la sua capacità attrattiva nei confronti anche di persone di altri territori, che vogliono investire qui la loro vita. Lo faranno però solo se troveranno quell’ecosistema di cui parlavo prima. Ecco che allora la cordata culturale, che ci vede protagonisti assieme a Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, Arte Sella, Associazione Agorà, serve proprio per caratterizzare il nostro territorio in tal senso, contribuendo a renderlo sempre più competitivo e attrattivo.


Nella serata di sabato, lei ha anche sottolineato come l’impegno di Valtes in Trentino 2060 sia anche segno di supporto e di vicinanza a giovani che sanno dedicando risorse ed energie per le nostre comunità.


Le nuove generazioni sono il nostro futuro; lo slogan della Fondazione è “il nostro investimento sul futuro”. Per questo come Fondazione abbiamo fin da subito focalizzato i nostri interventi sui giovani, con i progetti delle Officine, con gli Alfieri del Territorio, le Borse di merito e tanti altri. Ma Trentino 2060 è qualcosa di più: è il segno che i giovani sono il presente, che hanno il dovere e la responsabilità di incidere nel nostro tessuto sociale e culturale già oggi, qui ed ora. Sono giovani impegnati, al servizio delle nostre comunità: ce ne sono tanti che si impegnano ad esempio nei grest e nei campi estivi delle nostre parrocchie, così come in progetti culturali di grande spessore. Loro sono i nostri profeti di speranza, cui guardare con rinnovato ottimismo per il futuro delle nostre comunità.